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Roma, la sua città

Giuseppe De Luca: mio nonno!
di Nicoletta Panni
Giuseppe De Luca nasce a Roma la notte di Natale del 1876, e io da bambina ricordo che lui amava dire che, essendo "nato con la camicia" aveva avuto una vita molto fortunata. Era quello che si dice un vero "romano de Roma" purissimo figlio del quartiere Trastevere, undicesimo e ultimo nato di Nicola, fabbro ferraio, e di Lucia che pare avesse una bellissima voce e desiderava che il proprio figlio potesse diventare un grande cantante. Ben altro destino gli prefigurava il padre, che non gradiva affatto l'inclinazione musicale del figlio, Papà Nicola lasciò il mondo molto presto, quando Giuseppe aveva diciassette anni.

Comunque, a otto anni, nonno Giuseppe entrò nella Schola Cantorum di S. Salvatore in Lauro e qui ebbe le sue prime esperienze musicali. A dodici anni partecipava spesso come comparsa alle opere che si rappresentavano al Teatro Adriano, restando sempre fortemente impressionato dalle storie e dal mondo del melodramma. Tanto è vero che tornando a casa riviveva le scene che aveva veduto, con grande disappunto degli inquilini del piano di sotto, perché come partners usava delle sedie che muoveva rumorosamente. Oltretutto, il padre, furibondo perché voleva che il figlio imparasse il "suo" mestiere di fabbro ferraio, dopo una certa ora della sera chiudeva la porta e lasciava fuori Peppino che così, dopo aver fatto la comparsa, spesso dormiva "sotto le stelle". Tutto ciò non gli impedì di continuare a sognare il teatro, fino al giorno decisivo della sua vita. In una famosa notte di luna a Piazza del Popolo, mentre Peppino, allora quindicenne, stava cantando con degli amici a cavallo di uno dei leoni della statua al centro della piazza, passò una signora, insegnante di pianoforte a santa Cecilia, che si fermò ad ascoltare. Questa signora era Schultheis Brandi.
Immediatamente colpita dalla bella voce consigliò al giovane di studiare canto. Giuseppe replicò facendo presente l'ostilità del padre, ma l'insegnante non si arrese e parlò di De Luca all'allora presidente dell'Accademia di Santa Cecilia, il conte di Sammartino.  

Fissato un appuntamento, De Luca andò quindi all'Accademia e cantò per il conte che rimase positivamente colpito dalla sua voce, tanto da decidere di andare a parlare col padre. Recatosi nella botteguccia  di Nicola De Luca per convincerlo che Giuseppe avrebbe dovuto studiare, si vide opporre un rifiuto: il ragazzo doveva lavorare anche per aiutare economicamente la famiglia. Allora il conte chiese quanto guadagnasse Giuseppe e diede al padre la somma corrispondente. più una borsa di studio per consentire al ragazzo di portare a termine gli studi musicali.
Iniziò così la carriera folgorante di Giuseppe De Luca che con un espediente (aveva quindici anni anziché i sedici previsti), entrò nella classe di canto di Venceslao Persichini, specializzato proprio all'insegnamento ai baritoni. Giuseppe compì quindi regolarmente gli studi musicali, conseguendo il diploma con voto "9,50", che sembra un giudizio severo al confronto dei "10" dispensati tanto facilmente nei Conservatori italiani di oggi. Nello stesso tempo conobbe anche la futura moglie che abitava proprio in via dei Greci, la strada del conservatorio di santa Cecilia, allora Liceo Musicale. Altro riferimento significativo del periodo era il maestro Bustini, suo coetaneo, poi divenuto direttore dello stesso Conservatorio.

Il debutto, dopo gli studi musicali, avvenne in seguito ad una audizione con un agente di Milano per il Faust, da allestire al Teatro di Piacenza. In quella occasione Giuseppe steccò l'acuto decisivo (era un suo problema arrivare a quel "sol") ma la voce era comunque così bella che venne scritturato. Mentre stava per firmare il contratto però, l'agente gli fece notare che era "venerdì tredici" e allora, Peppino, molto superstizioso, rimandò la firma al giorno dopo. Scendendo le scale per andare via, incontrò un baritono suo rivale che si recava dallo stesso agente: con la scusa di aver dimenticato il cappello, risalì per firmare il contratto.
Il debutto a Piacenza fu un successo e la sera stessa firmò il contratto per la seconda opera, a Genova, con Enrico Caruso.

Era il 1897 e nel 1915 Giuseppe De Luca arrivò al Metropolitan di New York, cantando nel frattempo alla Scala di Milano, in Cile, in Sud America: nei teatri più importanti, sui palcoscenici calcati dai maggiori artisti del tempo.

 
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