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Aneddoti
Tra i documenti che ho avuto modo di leggere, riguardanti la vita del celebre baritono Giuseppe De Luca, ho trovato alcuni aneddoti, ne trascrivo qui di seguito alcuni
Nel 1911 dovendo scegliere il terreno per fabbricare la casa sognata per tanti anni, aspettò che piovesse e tanto, quindi prese una “botticella” ( a Roma le botticelle sono le carrozze), e se ne andò fuori Porta Pia, erano tutti prati allora e tornò felice, aveva visto un terreno in un prato dopo la Villa Torlonia che gli era piaciuto perché era tanto allegro con tutto che pioveva a dirotto. Chissà come sarà bello quando ci sarà il sole, disse....
In un teatro, una volta gli capitò di cantare la Bohéme con la prima donna che era moglie dell'impresario e che, come tale, voleva spadroneggiare e dettare legge: “ Se lei non farà quello che dico io- gli disse la prepotente Mimì- lo dirò a mio marito!”.
Lui, naturalmente corse subito dal direttore e gli disse: “Senta, con tutto il rispetto che si deve ad una signora, l'avverto che se sua moglie insiste a voler fare la prepotente e a voler fare una così orribile scena, io le do una sberla che la mando a finire in orchestra!” Bravo De Luca! Rispose il direttore e già che c'è, mi faccia il piacere, gliene dia una anche da parte mia!
Ammirazione per la scena che voleva De Luca, o…..vendetta di un marito che non poteva avere sulla moglie l'autorità del direttore? Chissà, in ogni modo Mimì e Marcello si misero d'accordo…..”fate voi per il meglio” e tutto finì nel migliore dei modi
FISCHI
Due volte ebbe a sentire dei fischi, la prima volta al Lirico di Milano nel 1903 alla prima della Butterfly e sebbene non fossero per gli artisti, fu tale il dolore per Puccini che era suo buon amico, che mai più poté dimenticarli.
Altri fischi che non dimenticò più fu quando arrivò negli Stati Uniti e cantò un concerto al Madison square Garden che contiene 12 mila posti. Dopo aver cantato ci furono un uragano di fischi, lo avevano avvertito che i fischi erano il massimo del giubilo e più erano forti, più era segno che il pubblico era andato in delirio, però…..diceva, a noi italiani fa un effetto strano, la prima volta, poi ci si abituò!
Ovazioni
Una volta, dopo una straordinaria ovazione dopo “di Provenza” nella Traviata, era così commosso che non si ricordò che “rispondi d'un padre all'affetto è una sua frase e, credendo che Alfredo (era Beniamino Gigli) si fosse dimenticato la parte, si chinò su di lui e gli disse: “ma che fai? Dormi?” Gigli rispose: “ Sei tu che la devi dire” E Dopo qualche attimo di esitazione Gigli risolse e attaccò: “Ella è alla festa, corrasi l'onta a vendicar!” e quante risate si fecero a sipario calato! E che vuoi, dopo il “di Provenza” non la finivano più che io mi sono imbrogliato!
SERENATA
Un'altra volta ad un concerto in un Club di sole donne era in programma “L'ultima canzone” di Tosti, Pietro Cimarra lo accompagnava al pianoforte, forse perché distratto da qualche cappellino, De Luca attaccò, sempre di Tosti, la “Serenata”; il maestro al piano si sentì morire, ma siccome era molto bravo e sapeva tutto a memoria, con un abile arpeggio accompagnò la romanza che lui aveva attaccato.
Finito il concerto disse a De Luca: “ Commendatore, mi ha fatto venire i brividi, perché ha cantato un'altra serenata? Per fortuna che io la sapevo e non mi sono fermato. Eh!!! Quante storie, era una serenata? Era di Tosti? Sta tranquillo che tutte quelle belle ragazze saranno state contente lo stesso, il più bello è che ognuna se la sarà presa per sé!