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La voce di Giacomo Lauri Volpi è stata sicuramente tra le più rare e longeve della storia della lirica, oltre che una delle più estese.
Queste qualità più uniche che rare, gli consentirono di spaziare nel più vasto repertorio che mai tenore ha affrontato.
Un vanto per Lauri Volpi era quello di aver cantato opere impossibili, per la loro tessitura ardua, ad altri grandi tenori del '900, Enrico Caruso compreso.
Infatti, grazie alla sue eccezionale estensione vocale, Giacomo Lauri Volpi ha portato in teatro opere come I Puritani, Gli Ugonotti, Guglielmo Tell, Poliuto.
Ma la facoltà più grande di questo straordinario artista, è stata quella di portare sulle scene opere come La Bohème, Tosca e Turandot, per poi passare pochi giorni dopo all' Otello verdiano, per poi ritornare a I Puritani, Andrea Chènier, il tutto con una tecnica vocale straordinaria, la sua voce passava da accenti dolci e dalle stupende mezze voci di Rodolfo nella Bohème, a squilli impetuosi in Trovatore e Otello.
Sentiamo come lui stesso descrive la sua voce nel libro "Voci parallele":
"la virtuale, potenziale estensione della gamma, che va dal <fa> naturale contrabbasso al <fa> naturale sopracuto: TRE OTTAVE di vibrazione, ignote ad altre voci, ma fatte apposta per disorientare chiunque".
Nella foto a Firenze, teatro Comunale 1953, nei panni di Edgardo in Lucia di Lammermoor, altro ruolo splendidamente tratteggiato.
Con lui Maria Callas ed Ettore Bastianini, una edizione storica.
Il miracolo di una voce
Giacomo Lauri Volpi sbalordì il pubblico di tutto il mondo per le sue apparizioni in teatro e in disco quando aveva superato gagliardamente la veneranda età di 80 anni.
Più volte ha cantato brani del suo repertorio, anche i più ardui, dopo aver superato questa bella età.
Infatti Giacomo Lauri Volpi, anche dopo il ritiro dalle scene, non smise mai di esercitare la sua voce.
Sentiamo cosa racconta il famoso critico musicale: Franco Soprano, in occasione della pubblicazione del LP "Il miracolo di una voce" registrato in Spagna: '.... un mattino, vinto dalle amorose insistenze dei suoi estimatori, Giacomo Lauri Volpi se ne va negli studi di una casa discografica e, tutte di fila, senza intoppi, senza pause e senza ripetizioni, consegna al nastro ed alla storia dieci esecuzioni di pagine musicali fra le quali spiccano quelle del più impervio repertorio lirico ottocentesco: quelle nelle quali la scalata al "do" e al "re naturale" sono di ordinaria amministrazione (Favorita, Lombardi, Ugonotti)....'